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Località
 
parco giardino sicurtà
Località:
Valeggio sul Mincio
Provincia:
Verona
Paese:
Italia
Indirizzo:
Via Cavour 1
Cap:
37067
Telefono:
+ 39 045 6371033
Email:
info@sigurta.it
Sito:
https://www.sigurta.it/welcome

Descrizione
IL BROLO CINTO DE MURA
 
L'antica storia del Parco Giardino Sigurtà risale al 14 maggio del 1407, quando, durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l'intera proprietà che al tempo aveva una funzione puramente agricola.
 
Si trattava infatti di una fattoria o meglio, come ci raccontano antichi documenti, di un "brolo cinto de mura": terre coltivate con foraggi racchiuse all'interno di un'alta e sicura muraglia. Nell'ambito del brolo esisteva però anche un altro spazio: un piccolo e geometrico giardino, adiacente alla casa principale, dedicato all'ozio dei nobili.
È da qui che risalgono le antiche origini del Parco Giardino Sigurtà.
La storia del brolo continua e nel 1417, per dare lustro alla sua proprietà, il nobile Contarini fece costruire, su un edificio già esistente, una "Domus Magna". La struttura era caratterizzata da uno stabile principale, dove viveva la famiglia Contarini, e da abitazioni minori destinate ai dipendenti che lavoravano le terre.

LA LENTA TRASFORMAZIONE DELLA PROPRIETÀ AGRICOLA
 
Dopo 29 anni di possesso, i figli del nobile Gerolamo Nicolò Contarini nel 1436 vendettero la tenuta alla famiglia Guarienti che ne rimase proprietaria per ben 180 anni, fino al 1616. Durante questo periodo si mantenne la struttura agricola della proprietà: l'area restò così suddivisa in appezzamenti destinati alla coltivazione di foraggi, al frutteto, all'orto e al bosco, dove veniva reperita non solo la legna destinata alla cucina e al riscaldamento, ma era anche zona di caccia per i Guarienti.
 
Nel brolo c'era sempre lo spazio dedicato al giardino che, lentamente, iniziò ad ingrandirsi: così infatti ci testimonia un antico documento dell'epoca dove si legge che il brolo era attraversato da numerose strade panoramiche "per bellezza". Questo fa dunque intuire quanto l'amenità del luogo fosse apprezzata dai Guarienti che decisero quindi di rinunciare ad un potenziamento della produzione agraria per ampliare la superficie del giardino.

IL DIRITTO D'IRRIGAZIONE DAL FIUME MINCIO
 
Il 1616 segna il passaggio della proprietà dalla famiglia Guarienti alla famiglia Maffei.
I Maffei apportarono grandi e significativi cambiamenti alla proprietà: il primo fu grazie al Conte Canonico Antonio che nel 1693 fece costruire al posto dell'antica "Domus Magna" una nobile e maestosa dimora, affidando il progetto ad uno dei più famosi e prestigiosi architetti del tempo Vincenzo Pellesina (1637-1700).
 
Alla volontà del Conte Canonico si deve anche la preziosa richiesta, risalente al 1699, di attingere acqua dal vicino fiume Mincio: questo diritto di irrigazione permise, verso gli esordi dell'Ottocento, l'ampliamento del piccolo giardino preesistente.

IL PASSAGGIO DEI DUE IMPERATORI
 
Nel 1836, alla morte del Marchese Antonio Maffei, l'intera proprietà passò alla figlia Anna, moglie del Conte Filippo Nuvoloni: dopo 210 anni si interruppe così la stirps Maffea ed ebbe inizio quella dei Nuvoloni che durerà per 93 anni (dal 1836 al 1929).
 
Nel 1859, durante le battaglie di Solferino e San Martino, giunsero al Parco gli imperatori Francesco Giuseppe I d'Austria e, successivamente, Napoleone III di Francia. Napoleone III occupò la Villa il 25 giugno e vi rimase fino al 7 luglio, pagando 45 franchi per ogni giornata di residenza, tanto quanto aveva pagato Francesco Giuseppe, 20 fiorini per la notte dal 23 al 24 giugno.
 
La famiglia Nuvoloni segnò l'inizio del lento e fatale declino del giardino, che divenne visivamente evidente quando nel 1902 Laura e Francesca, figlie di Giuseppe Nuvoloni primogenito di Anna Maffei, divisero in due parti la superficie: ciò determinò la rovina di tutto il complesso che nel 1929 venne venduto a Maria Paulon, moglie di Cesare Sangiovanni (medico del luogo), che ne sarà proprietaria per dodici anni.
 
LA NASCITA DEL PARCO-GIARDINO
 
La primavera del 1941 segnò l'inizio della proprietà da parte della famiglia Sigurtà: l'industriale farmaceutico, il Dottor Giuseppe Carlo Sigurtà, acquistò infatti da Maria Paulon il terreno, che era divenuto una sorta di ingombrante monumento in vendita ormai da diversi anni e fatalmente sradicato dalla storia e deprivato delle sue memorie.
 
Il Dottor Sigurtà iniziò la grandiosa opera di riqualificazione del parco e, grazie ad una multa di 15 lire, scoprì di avere un antico diritto di prelevare acqua dal fiume Mincio, possibilità dimenticata dai predecessori. Con l'irrigazione iniziò così la trasformazione delle ormai aride colline moreniche della valle del Mincio, che tornarono ad accogliere la lussureggiante vegetazione ed assunsero aspetti d'impareggiabile bellezza. Lentamente emersero anche la maestosità di alcune piante secolari e migliaia di preziosi bossi cresciuti nel sottobosco. Vennero ristrutturati anche l'Eremo, il Castelletto e la Grotta Votiva, con lo scopo di mantenere quella traccia di giardino storico ottocentesco tanto amato dal Marchese Maffei. Grazie alla passione e devozione di Giuseppe Carlo Sigurtà, il giardino non solo fu abbellito, ma crebbe anche nelle dimensioni: da 22 ettari originari assunse nel tempo le dimensioni attuali di 60 ettari.
 
I TEMPI MODERNI CON LA FAMIGLIA SIGURTÀ
 
Compagno inseparabile del Dottor Sigurtà in questa magnifica opera era il nipote Enzo, professore universitario e psichiatra: entrambi hanno dedicato energie e cure, agendo sempre con passione e pensando al bene di questo incantevole complesso ecologico.
Oggi i figli di Enzo, Magda e Giuseppe, continuano con dedizione a preservare e a far conoscere questo tesoro verde, proseguendo il lavoro svolto dagli antenati. Nel 1990 viene realizzata la Meridiana Orizzontale, progettata per avere una validità di 26.000 anni e nel 2011, dopo sei anni di costruzioni, è stato inaugurato il Labirinto, un percorso che si snoda su una superficie di 2500 metri quadrati e che accoglie 1500 esemplari di piante di Tasso.
 
In questi anni inoltre è stata fatta una approfondita ricerca sulla fioritura dei tulipani che colora il parco nel mese di aprile, ad oggi, con il suo milione di bulbi, è considerata la più importante del Sud Europa.
L'amore della famiglia Sigurtà nei confronti del Parco ha permesso di raggiungere risultati importanti, come i riconoscimenti di "Parco Più Bello d'Italia 2013" e di "Secondo Parco Più Bello d'Europa 2015", "World Tulip Award 2019" e "Miglior Attrazione al Mondo 2020".
Ogni anno, da marzo a novembre, centinaia di migliaia di visitatori di diverse nazionalità visitano il Parco per godere dell'incantevole paradiso terrestre che si è preservato nella storia e che viene mantenuto e valorizzato giorno dopo giorno.