Malekula è la seconda isola come grandezza delle Vanuatu. Qui il turismo deve ancora prendere il sopraluogo e sta solamente tentando d'inserirsi nelle mete turistiche delle altre isole Efate, E.Santo e Tanna. Innanzitutto, l'assenza sull'isola di piantagioni di sandalo rese quest'isola poco interessante per i colonizzatori, che preferirono dedicarsi allo sfruttamento di altre isole dell'arcipelago; inoltre, l'inospitale foresta tropicale che ricopre l'interno dell'isola e i bellicosi indigeni, praticanti il cannibalismo, che vi abitavano fino alla metà del secolo scorso, dissuasero l'uomo bianco dall'avventurarsi in questa regione fino a tempi molto recenti. L'arte locale si differenzia da quella delle altre isole di Vanuatu ed è caratterizzata da variopinti copricapi e maschere cerimoniali, nonché manufatti in terracotta dalle forme strane e allungate. Si stima che più della metà degli oggetti d'arte indigena di Vanuatu presenti nelle collezioni dei vari musei sparsi per il mondo provenga da quest'isola. L'interno è coperto dalla foresta tropicale e la popolazione si è oggi trasferita quasi totalmente nei villaggi lungo la costa. Malekula è famosa per le tribù che vivevano all'interno dell'isola: i “Big Nambas” e gli “Small Nambas”, spesso in passato in guerra fra di loro e noti per praticare il cannibalismo fino in tempi recenti. Da notare, a titolo di curiosità, che gli appellativi “Big Nambas” e “Small Nambas” derivano dalla misura dei cappucci fatti di foglie arrotolate con cui i maschi delle tribù erano soliti ricoprire i propri attributi virili. Il Malakula Cultural Centre, situato a Lakatoro, il principale villaggio dell'isola, svolge un importante ruolo di conservazione e documentazione delle antiche culture e lingue delle popolazioni dell'isola. consiglio la permanenza di massimo tre giorni ed una prenotazione con largo anticipo in quanto le strutture ricettive sono poche!!!!
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