Il mio interesse per la storia mi ha condotto alla ricerca di luoghi misteriosi e particolari, dove era chiara la sensazione che il tempo si fosse fermato. Ed ora desidero raccontare la mia meravigliosa vacanza nello Yucatan. Ho visitato diversi luoghi del Messico ma questa volta decido di addentrarci in una parte che ancora non conoscevamo e che mii affascinava moltissimo: la Riviera Maya. Ricordiamo come ora il giorno in cui ho iniziato quest’avventura e l’emozione che ho provato non appena mi sono addentrata in questo meraviglioso popolo.Qui la sensazione è che l’uomo non sia nemmeno mai passato...l’ambiente è molto vario: zone costiere, selva tropicale, dune di sabbia e di laguna. La vita brulica in questo luogo: non piante ma animali. Infatti, esiste una zona in cui è vietato l’accesso, dove vivono giaguari, puma, tapiri, serpenti velenosi, scimmie e moltissimi altri animali. Ovviamente nella mia vacanza non poteva mancare il mio caro amico"mare".
La ciliegina sulla torta è stata un bagno nelle piscine naturali, una zona dove l’acqua cristallina assume colori meravigliosi. mi dirigo verso Cobà, nello stato del Quintana Roo.Questo sito è ricchissimo di reperti ed è uno dei più vasti della riviera Maya ma è ancora poco conosciuto e forse proprio per questo sono riuscita a godermi la visita come desideravo, senza troppi turisti e in un luogo pressoché incontaminato. In questo sito sono presenti numerose piramidi ma la più grande è quella di Nohoch Mul, larga 42 metri e alta 138.E’ una struttura davvero ripidissima ma decido comunque di salirci e la fatica è stata ripagata quando giunta alla sommità ho goduto di uno spettacolo impareggiabile. Non sono solo le piramidi maya a rendere questo posto un luogo unico. Addentrando nella giungla scopro numerose stradine antiche. La nostra guida ci spiega che all’epoca dei Maya questa zona era molto popolata (circa 50 mila abitanti) e copriva un’area di 80 km quadrati. La guida mi fa anche vedere un campo in cui si giocava alla pelota..spiega che la partita si svolgeva tra due squadre e quella che perdeva veniva sacrificata agli dei. I giocatori non potevano utilizzare le mani ma solo i fianchi o le ginocchia e dovevano colpire dei bersagli fissati sulle pareti laterali di questo campo, come dei canestri da basket.
La particolarità di questo gioco stava però nella simbologia che i Maya consideravano: la palla simboleggiava il sole e il campo la terra. Proprio a causa di questa simbologia, i sacerdoti conferivano un’interpretazione divinatoria alla partita. Un’ultima cosa che mi concedo prima di ritornare a casa è un bagno di vapore rituale come al tempo degli antichi Maya, che si facevano guidare dagli sciamani in piccoli edifici chiamati Temezcal.Qui vive una comunità eco turistica e insieme ad una famiglia discendente di questo antico popolo, che vive ancora in una capanna in mezzo alla giungla, seguiamo il nostro rituale facendo un bagno di vapore nel temazcal. A conclusione della cerimonia mi tuffo nelle acque di un cenote e questa stupefacente esperienza si conclude con una cena tipica. Per non dimenticare Chichen Itza, la Piramide di Kukulcan mi colpisce per la sua perfezione ed imponenza anche se mi accorgo di preferire gli edifici di Uxmal, ma è ancora presto per dare giudizi. Posso fotografarla a mio piacimento, e con le nuvole che corrono veloci nel cielo, ogni foto è un po’ diversa e un po’ simile alle molte che si trovano in giro. . . poi la guida ci insegna che se si battono le mani di fronte, si sente un’eco tipo quello che fa una corda tesa che viene fatta vibrare, peccato non sia più possibile visitare la sala del trono che si trova all’interno della piramide. Il Tempio dei Guerrieri con annessa la sala dalle mille colonne attira la mia attenzione in maniera particolare, mi chiedo come avrebbe potuto essere all’epoca dei maya…
Il campo da gioco della Pelota è davvero imponente e se a Uxmal mi sono chiesta come potevano riuscire a far centro, qui mi sembra particolarmente impossibile. Il cerchio è posto, infatti, ad un altezza tale da risultare alquanto improbabile riuscire a centrarlo senza l’ausilio delle mani e, soprattutto, se si considera l’altezza, non proprio da giocatori di basket, dei maya dell’epoca. Ma forse era meglio così, visto che il giocatore che riusciva nell’impresa era premiato con l’onore di essere decapitato in sacrificio agli dei, come indicano le scene scolpite ai lati del campo.
Come davanti alla piramide di Kukulcan, anche qui è sufficiente battere le mani per produrre un sonoro eco. Inizia a fare davvero molto caldo e il campo della pelota è il luogo meno adatto dove sostare. Non c’è assolutamente ombra, così mi dirigo al Cenote Sacro attraverso un strada ombreggiata nella foresta.
Nel Cenote Sacro, si narra vennero trovati numerosi resti di ossa umane a testimonianza del notevole numero di sacrifici agli dei, che avvenne nell’epoca atzeca.
La mia esperienza in Messico questa volta ha avuto dell’incredibile. Non solo sono stata a contatto con una natura incontaminata e ricchissima, e ho vissuto da vicino la storia: sono riuscita a riscoprire la cultura dell’antico popolo Maya come non credevo possibile. Per me, questo viaggio è stato un’occasione davvero unica e irripetibile per esplorare luoghi nuovi, ricchi di storia, natura e tradizione. la spiaggia è sicuramente la più bella della riviera Maya , Playa Paraiso esclusa ma dove per fortuna non esistono strutture essendo zona protetta, sabbia corallina bianca , palme e un mare fantasticosempre caldo!
"La vita è un viaggio, viaggiare è vivere due volte" Omar Khayyam, poeta persiano del XII sec…… Forse mai, come in questo viaggio in Messico, mi sono resa conto di quanto reale sia questa frase; di quanto il tempo, in viaggio, modifichi il suo scorrere inesorabile e si dilati nei visi, nei paesaggi, nei rumori e negli odori che riempiono i minuti di un giorno, altrimenti, qualunque.
E forse, è per questo motivo che i ricordi di emozioni, di paesaggi e di sguardi solamente incrociati, restano indelebilmente impressi nella memoria