Mi hanno invitato ad “Andare a Canossa”, ma non per chiedere perdono, bensì per assistere allo spettacolo teatrale “Il cammino del perdono” con l’attore Gabriele Parrillo e il ballerino Ambrose Laudani. Mi sono detta perché no, visto che è da alcuni anni che non vai più a visitare i territori che furono della Contessa di Matilde di Canossa. Ho coinvolto una mia amica e siamo partiti alla riscoperta di questo territorio reggiano.
E’ stata una bella escursione composta da paesaggio, storia, enogastronomia, persone e sole.
Una volta raggiunto il Castello di Canossa siamo stati accolti dal personale dello U.I.T., i quali ci hanno fatto vedere il video su "Matilde e le terre di Canossa". Il video permette ai turisti di capire meglio l’importanza che aveva, in quel periodo, Matilde.
Ne abbiamo approfittato a vedere i vari libri che vendono sulla storia di quel periodo e sono rimasta piacevolmente sorpresa che avevano anche libri che parlassero dell’eresia e delle religioni protestanti, visto che non siamo in un territorio con tradizioni protestanti.
Nell’U.I.T è anche possibile acquistare, oltre a bei gadget turistici, anche prodotti tipici come il vino, il parmigiano reggiano, miele e marmellate.
Del
Castello ora sono rimasti solo i resti. Nasce come struttura difensiva
ma svolgeva anche un ruolo di simbolo visibile di autorità. Sorge in una posizione strategica, lungo la fascia dell'Appennino tra Parma e Bologna, dove confluivano le più importanti vie di comunicazione dei pellegrini del nord Europa verso Roma, come la via la Francigena.
I castelli matildici hanno subito distruzioni, prima da parte dei liberi Comuni insofferenti del potere feudale, poi durante le lotte tra le signorie. In parte sono stati trasformati in palazzi e residenze civili.
Il Castello ospita oggi il Museo "Naborre Campanini".
Siamo andati a pranzare al bar/trattoria Cristofori, che ci hanno consigliato e prenotato, a Ceredolo dei Coppi.
La trattoria è il tipico locale di una volta. Il servizio è buono. La cucina offre buoni piatti tradizionali quali: cappelletti in brodo, tortelli d’erbetta, arrosti, cacciagione e dolci tipici, come la zuppa inglese.
Eravamo in due e abbiamo speso € 42,00 mangiando un primo a testa, cappelletti in brodo e i tortelli d’erbetta, una porzione di cotolette d’agnello, due contorni. Il tutto accompagnato da ½ caraffa di vino lambrusco, un litro d’acqua . Poi abbiamo mangiato il dolce e, per concludere, il caffè.
Fuori dalla trattoria si può ammirare un allevamento di Alpaca, allevati dai proprietari della trattoria, i quali fanno produrre dei maglioni con il loro pelo. Per chi fosse interessato è possibile comprare i maglioni presso il loro bar. Inoltre, è possibile acquistare anche del miele artigianale.
Dopo abbiamo visitato il borgo di Ceredolo dei Coppi dove si parte alla caccia al tesoro dei “Volti di Pietra” o “
Bugne Augurali” collocati negli angoli delle case o nei loro ingressi, porte e finestre. La funzione di queste pietre, era quella di allontanare eventuali influenze maligne e risalgono sicuramente al periodo pre-cristiano.
Sempre in zona abbiamo raggiunto l'altro borgo di
Vercallo, qui viene voglia di avere una casetta di pietra, dove dormire durante le afose serate estive.
Finita questa piccola visita siamo tornate sui nostri passi a vedere questo spettacolo teatrale. Lo spettacolo partiva ai piedi del castello e, a tappe, si ascoltava la recita dell’attore, percorrendo il cammino del perdono, fino a raggiungere il castello.
Un po’ di storia: Canossa è il luogo dove Enrico IV, nel 1077, si presento per domandare il perdono a Gregorio VII, per ottenere la revoca della scomunica che gli avevo inflitto. La legenda narra che stette 3 giorni e 3 notti sotto la neve prima di riuscire ad incontrarlo.
Matilde di Canossa (1046-115) figlia di Bonifacio e di Beatrice di Lorena. Il suo feudo si estendeva da Mantova a Lucca, a Firenze, fino alle foci del Po. Il suo dominio era strategico sia per i pontefici, quando dovevano essere insediati a Roma, sia per gli imperatori, quando dovevano essere incoronati.
Ella entra così nella lotta in corso tra impero e papato, giocandovi un ruolo prima di pacificatrice (anche perché era cugina di Enrico IV per parte di madre) poi di aperta sostenitrice del papato e della riforma della Chiesa.