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Resoconto di viaggio: Dettagli
Titolo:
Il diario del Cammino di Francesco (1° giorno)
Tipo Viaggio: Turismo Religioso
 
Tipologia: Di gruppo
Partenza da:  
Continente: Europa
Paese: Italia
Regione: Toscana
Provincia: Arezzo
Località: Chiusi della Verna
 
Destinazione:
Continente: Europa
Paese: Italia
Regione: Umbria
Provincia: Perugia
Località: Assisi
Durata e sistemazione:
Giorni: 8 Notti: 7 Categoria: Come da programma Trattamento: Pasti come da programma
Descrizione Resoconto:
Questa mattina il Monte della Verna è silenzioso, non c'è vento e senti solo i canti degli uccelli. Un rintocco singolo delle campane del Santuario risuona limpido e deciso alle 7:30 e segna l'inizio delle lodi mattutine. Salgo da Chiusi - dove ho pernottato - a piedi per la vecchia strada, gli altri sono tutti alla foresteria del Santuario. Incontro lungo la strada dei signori con guanti e cesoie che “vendemmiano” grappoli di Maggiociondolo. Serviranno per l'infiorata e la processione. Finita la ripida salita della Beccia giungo alla terrazza del Santuario, con la sua grande croce di legno ed il panorama, dove trovo la Dona e i primi amici camminatori; insieme entriamo in basilica per la benedizione del Pellegrino. Ci ritroviamo tutti sul piazzale, tutti e 27, sorridenti e sereni ma ansiosi di partire, tant'è che molti faticano a sta fermi per due foto di gruppo.

Si inizia salendo per il bellissimo sentiero tra i faggi secolari del monte Penna: i piedi trovano il loro posto nella terra battuta tra le radici degli alberi e le pietre di calcaree che spuntano qua e là. Giungiamo in breve alla terrazza naturale sulla cima, uno scoglio che si rivolge a Nord verso il Casentino e le sue montagne coperte di foreste: è un luogo selvaggio, dimora di caprioli e cinghiali, dove l'uomo da sempre si è inserito con discrezione e rispetto. Riscendendo dalla cima ci accorgiamo dei primi nuvoloni neri da Nord-Ovest, che arrivano piuttosto rapidamente sopra di noi; non siamo neanche tornati al Santuario che le prime gocce iniziano a battere sulle foglie dei faggi, che ci fanno da ombrello 30 metri sopra le nostre teste. Si parte verso Monte Calvano e la pioggia si fa intensa: le pratiche di vestizione prendono un po' più tempo del dovuto, qualcuno rimane indietro, devo tornare indietro a cercarli, ma dopo un po' di fatica riusciamo ad essere tutti insieme sulla via. Incontriamo in senso inverso un nutrito gruppo di uomini e ragazzi, molto poco attrezzati, molto bagnati, ma belli allegri e determinati: “Andiamo giù a Rimbocchi, ci aspettano gli gnocchi!”

Il nostro cammino scorre veloce tra la pioggia e il bosco, con qualche incertezza sulle discese rese scivolose dal fango, fino a quando scesi al Passo delle Pratelle la pioggia ci dà tregua quel tanto che basta per pranzare in tranquillità: un cancello e i pali di legno della recinzione ci fanno gentilmente da appendiabito e appendi zaino. Ripartiamo ed ironizziamo sulla eccessiva precisione dei tempi di percorrenza riportati sui cartelli dell'itinerario francescano: Pieve Santo Stefano 2 ore e 22 minuti. Dall'altra parte della strada, parallelamente un altro cartello, che indica sempre lo stesso luogo dice 3 ore e 20: questo dal canto suo è troppo poco preciso, perché non manca così tanto all'arrivo.

Riprende a piovere, ma per poco tempo. Il bosco di larici ad un certo punto diventa fatato: è avvolto dalla nebbia e il sentiero davanti a noi ci scompare dentro. Si sta bene avvolti da questo mantello bianco e muoversi in questo contesto, inaspettato e magico è affascinante. La discesa diventa poi piacevole, esce un timido sole e si alza un caldo venticello, che tra le ginestre odorose ci asciuga i vestiti, ed arriviamo giù a Pieve Santo Stefano, non prima di aver salutato delle vacche chianine in una radura al nostro fianco. Ci vengono a recuperare la Dona e Alessandro e concludiamo così la prima tappa, alcuni abbastanza infangati, qualcuno un po' stanco. Ma una volta fatta la doccia in albergo una breve passeggiata per uno spritz a Sen Sepolcro ci rimette tutti in senso. Ad un pellegrino basta davvero poco per stare bene. E domani il meteo dice che non pioverà.


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DONATELLA SEGARIZZI
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