L’ultima settimana di agosto, sono stata in tour in Uzbekistan e, a dire la verità, questa è la mia seconda volta in questo Paese. A distanza di sette anni l’ho trovato un po’ più moderno, ma ha mantenuto sempre le stesse caratteristiche; un paese pulito, tranquillo e molto ospitale. Come hotels, abbiamo pernottato sempre nella catena Asia hotels, 3* stelle a Khiva e 4 * nelle restanti città. Non sono molto nuovi, però hanno la prerogativa di essere centralissimi e soprattutto molto puliti. L’unico neo è la connessione wi-fi, c’è in tutti gli hotels ma purtroppo funziona a tratti e non sempre arriva nelle camere. Talvolta abbiamo cenato in hotel, ma molto più spesso in locali tipici ed anche in una casa privata dove ci hanno insegnato a cucinare il loro piatti tipico, il ploff . La cucina uzbeka è un po’ speziata e con una discreta varietà di pietanze. Si comincia con assaggi di insalate o verdure, un consommè, passando poi al piatto principale a base di carne. Seguono il dolce e la frutta. Poi, per chiudere, il the servito con noccioline e frutta secca.
Siamo atterrati la sera a Thashkent, dove abbiamo cenato e pernottato per poi partire la mattina presto per Urgench, con un volo interno. Ad attenderci all’aeroporto il nostro pullman che in una mezz’ora ci ha portato a Khiva, la citta-museo racchiusa dentro le sue mura merlate e completamente restaurata. E’ un piacere perdersi nelle stradine, fra monumenti e colorati, negozietti d’artigianato locale e souvenir.
Il giorno successivo siamo partiti alla volta di Bukhara che fù una delle più importanti città dell’Asia Centrale. L’abbiamo raggiunta attraversando il deserto del Kizilkum in circa sei ore, poiché hanno aperto la nuova strada che ci permette di risparmiare qualche ora rispetto alla prima volta che ci sono stata. L’hotel è proprio di fronte alla piazza Labi Hauz, il cuore della città, ed alla sua destra c’è il suo famoso bazar. La sera, contensualmente alla cena, abbiamo assistito ad uno spettacolo di danze e moda uzbeka.
Due notti a Bukhara e poi siamo partiti per Samarcanda, ma a causa del cedimento di un ponte non siamo passati a sud da Shakhrisabz, la patria del Tamerlano, ma a Nord passando per Gijduvan .
Bellissima Samarcanda con le madrasse di piazza Registan, che vi consiglio di visitare anche la sera quando sono illuminate, il monumentale complesso dei mausolei Sach i-Zinda e la moschea di Bibi-Khany con dei ricchissimi decori interni.
L’ultimo giorno ci siamo trasferiti a Thashkent, per la visita della città e delle stazioni storiche della metropolitana, ma purtroppo sono caduta e non ho potuto effettuare la visita. Così ho avuto il piacere di conoscere la clinica privata internazionale, dove in pochissimo tempo il corrispondente mi ha prenotato una visita e mi ha accompagnato personalmente. Visita, raggi e gesso alla caviglia per la modica cifra di 161 dollari. Abbiamo preferito questa soluzione perché nell’ospedale pubblico, avrei dovuto fare una lunga coda al pronto soccorso.
La mattina successiva siamo rientrati in Italia e devo fare i miei complimenti agli addetti dell’aeroporto di Fiumicino, che mi hanno assistito allo sbarco, per la grande professionalità, umanità e simpatia.