è il secondo tratto che percorriamo di questo cammino e rimaniamo sempre stupidi da come ogni zona sia a sé, nulla è uguale alle esperienze precedenti. Siamo arrivati a Castel di Tora dopo il nostro viaggio e una sosta a Civita di Bagnoregio (meraviglia della natura e da vedere prima che crolli). questo paesino piccolissimo ai margini di un lago artificiale, una diga. L’hotel Turano niente di che, anzi, qui hanno il senso del curato, pulito tutto loro. Basterebbe veramente poco per rimetterlo a nuovo. I copriletti con lupo alberto in hotel li dovevo ancora vedere! ma va bene così siamo pellegrini. Il giorno dopo la tappa Castel di Tora Orvinio ci ha attesi con 1040 m di dislivello in salita, bella impegnativa, terreno abbastanza scosceso, bel panorama. Arrivati ad Orvinio nel pomeriggio ci ha accolti Maurizio Forti, vicepresidente dell’associazione Cammino di San Benedetto. abbiamo pernottato nella loro casa vacanza situata alla Pratarelle a 1000 m di quota. Noi, le montagne, il cielo stellato, e null’altro. Solo l’essenza del cammino ci ha portati a questo. Infatti dopo una lauta e buonissima cena non si poteva che fare una passeggiata al chiaror delle stelle, nel silenzio e poi tutti a nanna. Il giorno dopo di buon ora siamo partiti alla volta di Mandela, Anche questa una tappa immersa nella natura di boschi dai mille colori, il foliage stava iniziando quindi piano piano i nostri occhi si riempivano dei mille colori delle foglie. Il pernotto in questo caso l’abbiamo fatto all’oasi francescana di Vicovaro, all’intero del monastero dove vicino si trova la grotta del Miracolo del calice di San Benedetto. Ospitalità essenziale ma decorosa. Ultimo giorno di cammino da Gerano a Subiaco, tappa che abbiamo accorciato di circa 5 km per evitare di mangiare asfalto per 20 km. Infatti quest’ultimo giorno abbiamo camminato su strade secondarie non trafficate ma con fondo d’asfalto. Arrivati a Subiaco alle 14.30 e dopo una sosta bar o meglio pasticceria ci siamo incamminati per gli ultimi km fino alla foresteria di Santa Scolastica dove avremmo trascorso la notte. Prima che facesse buio però siamo saliti al Sacro Speco di San Benedetto. Posto magico, bellissimo veramente come abbiano fatto a costruire su quegli speroni di roccia veramente non ce lo spieghiamo. La visita è stata molto interessante in quanto all’interno sono conservati degli affreschi che veramente ti lasciano senza parole, atmosfera magica. Ed eccoci arrivati al termine anche di questo cammino. un cammino che ci ha portati all’essenziale, al contatto con la natura, al contatto con noi stessi, molte volte ai margini del nostro mondo quotidiano.
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