Descrizione Resoconto:

Ore 20.09, a casa, così ormai la chiamo, Sidi Kacem, perché nel mondo è dove ci si sente bene, non necessariamente, dove si è nati. Mai sottovalutare o sopravvalutare, questa è la prima  lezione che il Marocco mi ha servito oggi, durante queste ennesime ore di viaggio. La seconda? Che viaggiare non significa raggiungere la meta, ma essere in grado di carpire quando bello possa essere un campo di grano che la precede. Oggi è stato per me il Marocco delle sorprese, del lago Aaoua, senza un filo d acqua ma pieno di pecore e pastori, delle montagne Michlifen senza un filo di neve, della foresta dei Cedri, senza il suo centenario, della maestosa ed immensa Fès, pericolosa e invivibile. Conoscere il Marocco significa regalarsi un paese dove si può ancora apprezzare il valore delle cose semplici, l oro di cui si tinge un campo di grano al tramonto, la frenesia delle greggi guidate dai loro impassibili pastori, che molto spesso non hanno più di quindici anni, il verde intenso dei Jelbana, i baccelli dei piselli che riempiono le gerle, posizionate a far bella mostra di sé lungo le strade. Ne ho comprati 5 kg a soli 25 dhs (nemmeno 2 euro) , per avere la possibilità di rubare uno scatto. Come non menzionare le maestose chiome della Riserva Naturale del Cedro, passeggiare al loro cospetto, mi ha fatto sentire piccolo ma abbracciato in un paesaggio da favola. Muschi, neve, radici e i raggi del sole  si facevano strada tra i rami. Oggi è stato anche il viaggio delle confidenze, ho fatto mio un racconto, proprio su Sidi Kacem, un segreto che custodisce e che non si può svelare, un velo che occulta una storia triste, ma che al momento viene gelosamente custodita dai suoi circa 90 000  abitanti. Il Marocco dei misteri. Stay tuned, and welcome in Marocco.

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