Si sale sull ultimo treno, quello che mi porta a casa a Marrakech , a riprendere le mie abitudini, a cercare di scandire il tempo con la speranza di poter tornare anche ad una normalità lavorativa. Il cielo oggi è grigio ma la temperatura è gradevole. Lascio Rabat, la capitale per eccellenza, la ho amata quanto ho odiato Fès. Un istmo di acqua separa la capitale da Sale un agglomerato di case sulla sponda opposta, che con pochi dirham salendo su una delle tante barche presenti si può raggiungere in pochi minuti. Lungo la costa di questa grande metropoli, ho visto grandi onde infrangersi sugli scogli a barriera della città, mentre l acqua che si vaporizzava in milioni di goccioline calava sulle case affacciate sull oceano come un mantello fatto di grigia nebbia. Mentre le mie narici respirano il forte odore di iodio, la mia mente sfiora l idea che potrebbe essere un bel posto dove vivere. Un lungooceano dove passeggiare e osservare i tanti surfisti che incuranti delle gelide acque dell oceano cavalcano le loro tavole in un loop infinito , grandi spazi e giardini verdi, edifici moderni in contrasto con la vecchia medina, dove i negozi del souk si ripetono uno dopo l altro, ma dove nessuno ti investe nel tentativo di venderti qualcosa. Mi fermo su un piccolo baracchino, ho fame, esposte delle uova che sembrano delle nuvole, a fianco delle crocchette di patate e delle melanzane alla griglia. Il panino è fatto, oggi si mangia di Street food con 4 dhs, 40 centesimi di euro. Durante questo mio itinerario purtroppo ho potuto solo accarezzare Rabat, un giro veloce, la Torre di Hassan, la kasba degli Oudaia, il mausoleo di Mohammed V, la Chella, ma la promessa è quella di ritornarci per viverla meglio e a pieno, per raggiungerla da Marrakech in treno servono solo 4 ore e circa 20 euro di biglietto. E ora arriva il bello, la parte difficile, quella in cui cala il sipario. Per me questo itinerario nel nord del Marocco, per niente studiato a tavolino, ma improvvisato e spinto dalla voglia e necessita di staccare la spina, è stato in conclusione il tentativo di potermi riappropriare di una vita, quella del viaggiatore, che ha sempre scandito le mie giornate. Sono voluto risalire in superficie per regalarmi una boccata di ossigeno, e non potete percepire la gioia che ho provato, quando ho capito che, in questo momento, i miei occhi, erano diventati i vostri, la vostra compagnia virtuale mi ha sostenuto e invogliato ancora di più nel trasmettere ora quello che spero presto tutti saremmo in grado di rivivere, la sensazione di grande libertà che solo un viaggio può trasmettere. Un abbraccio, il Vostro, Alvaro. I LOVE MAROCCO
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