Una bellissima escursione da fare in giornata. "Il posto che si rompe da solo", anche se il vero appellativo con cui è maggiormente nota questa località è"La cucina del diavolo". A solo un'ora di strada da Malindi, percorrendo un tragitto suggestivo tra grandi radure, villaggi e boschi di acacia, si arriva in questo luogo singolare ed evocativo. La cucina del diavolo era in origine un luogo caratterizzato da roccia arenaria che per effetto delle piogge si è eroso, nel corso di millenni, dando vita ad un canyon dove pinnacoli, burroni, guglie e imponenti strutture sinuose (alte anche 30 metri) si alternano creando uno spettacolo senza eguali. Camminando attraverso questa specie di piccolo canyon, il cui colore varia durante il giorno in base all’inclinazione dei raggi solari vi farà scattare centinaia di foto incantandovi con i colori tipici dell’africa! Le Sacre Scritture ci dicono che la Creazione fu completata in sei giorni, ma a Marafa è come se Dio, dopo essersi riposato il settimo, si fosse rimesso all’opera per creare l’equivalente geologico dell’inferno. Il Canyon di Marafa, chiamato anche la Cucina del Diavolo è in Kenya a un’ora di strada da Malindi, sulla strada per Lamu. Il tragitto è suggestivo, percorso su terra rossa tra grandi radure, villaggi e boschi d’acacia. Termina in un luogo spettacolare dove, nessun uomo, però, ha mai smaniato di stabilirsi; tranne la guida Omar che lì è nato e rimasto per 30 anni, da noi assorbiti in poche ore durante la discesa al canyon e nell’attesa del tramonto, momento in cui le rocce sembrano prendere fuoco e unirsi cromaticamente al colore del cielo. La leggenda su Marafa narra che le sue fertili alture, oggi attraversate durante la stagione delle piogge da un affluente del fiume Galana, un tempo erano abitate da una famiglia talmente ricca che al posto dell’acqua utilizzava il latte delle proprie mucche per lavarsi. In un parallelo biblico con Sodoma e Gomorra, la città di Marafa, incontrata l’ira di Dio per i suoi sprechi, venne sommersa da una grande alluvione che creò la voragine che oggi prende il nome di Cucina del diavolo. La sopravvivenza di Devil, dei villaggi limitrofi e degli operatori turistici è garantita dalla presenza annuale di circa 30.000 turisti. Nei loro ricordi, penso, come nei miei, non rimarrà soltanto la luminosità dei colori del canyon, ma anche quella dei bambini incontrati lungo il tragitto, i cui occhi, si accendevano al semplice dono di una caramella. Gli sprechi di Marafa sono ricordi lontani.
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