Rossella Boz, con la quale 2 mesi fa ero stata in safari nello Tsavo Est, ed essendo stata molto contenta dei servizi che le avevo dato durante il suo safari, ha proposto a dei suoi clienti che per motivi umanitari venivano in Kenya, un safari nella Riserva Nazionale del Samburu.
Per questi clienti era la prima volta in Kenya e il primo safari. Rossella si è affidata alla mia esperienza e assieme abbiamo organizzato 5 giorni tra safari e visita alla città di Nairobi.
Tre giorni li abbiamo trascorsi all’interno della Riserva Nazionale del Samburu, alloggiando all’Ashnil Samburu Camp, i giorni rimanenti al Sentrim Boulevard di Nairobi, in quanto ci permetteva di muoverci comodamente per visitare Il David Sheldrick Trust Orphanage, il Museo di Karen Blixen e il Giraffe Center.
La Riserva di Samburu si trova nella provincia della Rift Valley a circa 350 km da Nairobi a 90 km a nord del Monte Kenya e copre un’area di circa 165 kmq ad un’altitudine compresa tra gli 800 e i 1200 metri. La Riserva prende il suo nome dal popolo che vive in quella zona semi-arida da sempre: una tribù nota per la sua cultura nomade legata alla pastorizia. Il fiume Ewaso Nyiro, che nasce dai Monti Aberdares, attraversa la Riserva ospitando un’enorme popolazione di ippopotami e coccodrilli. La Riserva è caratterizzata da aride savane, alberi spinosi; palmeti e foreste di gigantesche acacie lungo il fiume, colline, boscaglia e sparsi affioramenti rocciosi.
La Riserva dispone di acqua permanente, è rinomata per le sue specie di animali, tra cui leopardi, bufali, elefanti, leoni oltre che ghepardi, gerenuk, zebre di Grevy, eland, giraffe reticolate, dik dik, impala e tanti altri, ad eccezione del rinoceronte. L’avifauna è abbondante, con oltre 350 specie di uccelli africani, un assortimento di coloratissimi uccelli tra cui martin pescatori, marabù, astori, buceri, nibbi; oltre che da struzzi somali, falchi giocolieri, grandule, avvoltoi, aquile marziali e tanti altri. Si consiglia una visita nei villaggi Samburu dove è possibile trascorrere momenti di vita comune con la tribù Samburu conoscendo le loro tradizioni e la loro cultura. La Riserva di Samburu è stata una delle aree in cui gli ambientalisti e coniugi George e Joy Adamson hanno adottato e vissuto con Elsa la leonessa. La loro storia fu poi resa celebre dal romanzo autobiografico “Nata libera”, divenuto best-seller e seguito poi dal film omonimo.
La nostra filosofia è di fare sentire i nostri ospiti protagonisti in prima persona, di far vivere loro l’emozione di essere come dentro un documentario, affinché portino con loro il ricordo della bellezza della savana.
Safari significa “lungo viaggio” ……fatto di interminabili strade rosse, che si succedono a zone più aride, paludose e rocciose. I percorsi che si fanno all’interno del parco sono chiamati “game drive”, che significa gioco. Questo significa che ogni safari non sarà mai uguale ad un altro, in quanto gli animali sono liberi e quindi è solo questione di fortuna
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